Orlan-10s: il drone sottovalutato

Lo scorso mese di aprile è capitato che l'esercito ucraino fosse riuscito ad abbattere un drone russo Orlan-10, catturandolo più o meno integro e quindi con la importante opportunità di retro-ingegnerizzarlo, scoprendone caratteristiche e punti deboli.

La propaganda ucraina all'epoca diffuse un video in cui ridicolizzava, ironizzando sulla sua semplicità costruttiva e sul fatto che, invece di utilizzare chissà quali ottiche di sorveglianza, montava una normalissima e banalissima fotocamera Canon EOS 800D, acquistabile anche su Amazon per meno di un migliaio di euro:


Denigrare il nemico è sempre stato un normalissimo strumento di propaganda di guerra; quindi, che l'Ucraina (che è in guerra) faccia propaganda denigrando il nemico russo ci sta, è perfettamente normale, lecito e comprensibile.
Un po' meno normale e comprensibile è che però a questa propaganda ci creda anche qualche fanboy italiano filoucraino, che ci cade con tutte le scarpe e quindi ce la ripropone pari pari (ma in italiano):



In questo caso però la cantonata è stata particolarmente grave, perché in realtà l'importanza di questo drone si sta rivelando determinante.

Vediamo con calma perchè...

L'Orlan-10 è un piccolo UAV (velivolo senza pilota) progettato dallo Special Technology Center di San Pietroburgo. ed usato per scopi di ricognizione e guerra elettronica.
E' estremamente compatto (apertura alare 3,10 metri, peso 18 Kg), ma ha discrete caratteristiche di velocità max (150 Km/h) e di autonomia (500 Km); inoltre, può spingersi fino alla quota di 5000 m (anche se, operativamente, per la ricognizione opera alla quota di 1000-1500 m)
Può restare in volo fino a 16 ore.

L'aspetto più interessante è che può "lavorare in rete": è normalmente usato in gruppi di due-cinque velivoli, che "collaborano" tra di loro nella seguente maniera:
- uno o più operano a bassa quota (1000-1500 m) come ricognitori
- uno può operare come strumento di guerra elettronica
- ed uno, tipicamente ad alta quota, come transponder per mantenere le comunicazioni tra le altre unità e la centrale di controllo a terra (che può trovarsi anche alla distanza di 140 km  dallo stormo di droni)

Il costo "di listino", pubblicizzato su vari canali, varia tra gli 87,000 ed i 120.000 dollari a pezzo, in funzione della configurazione (ed il prezzo è in linea con analoghi prodotti di produzione occidentale).
Commercialmente non pare aver avuto molta fortuna perchè, a parte l'esercito russo, è stato adottato solo dalla Birmania e dal Kirghizistan.
Il "prezzo di listino" per l'export è però da prendersi con le pinze: è infatti normale pratica commerciale occidentale (in questo caso, adottata anche dai russi...) che il prezzo finale di un bene su un determinato mercato non è legato tanto ai suoi effettivi costi di produzione, quanto piuttosto alla disponibilità economica dell'acquirente-tipo. 
In questo caso, al netto dei costi di ricerca, sviluppo e progettazione, e del costo del relativo software di gestione, è probabile che il costo netto di produzione di un Orlan-10 possa oscillare tra i 10.000 ed i 20.000 euro... o forse anche meno. 

Bene, e perchè si sta rivelando così importante per le sorti del conflitto in Ucraina, soprattutto nella fase attuale?

Semplicemente perchè l'esercito russo ne sta usando permanentemente un numero impressionante (dell'ordine presumibilmente di diverse centinaia), sorvegliando quindi in maniera capillare sia tutto il fronte che le retrovie ucraine.
Quindi, qualsiasi movimento viene rilevato da tali droni da ricognizione che, tramite il drone transponder, inviano le informazioni alla centrale di controllo, che decide se e quali pezzi di artiglieria far intervenire, comunicandogli le coordinate precise.

Avrete sentito che in questa fase della guerra l'artiglieria è protagonista, con sistematici duelli di artiglieria che dovrebbero portare alla memoria quelli della prima guerra mondiale... beh, non proprio.
Nella realtà accade che, dopo che un pezzo ucraino ha sparato (rivelando quindi la propria posizione ai droni ricognitori), l'equipaggio ha un tempo ridottissimo (tra i 45 ed i 60 secondi!!!) per spostarsi prima di essere bersaglio del fuoco di controbatteria.
(il che, per inciso, rende estremamente rischioso l'uso di obici trainati come gli M777, e lascia spazio solo ai semoventi Krab, Caesar o M109)  


Il punto forte di questo sistema di droni risulta essere proprio quello su cui gli ucraini qualche mese fa hanno fatto favile ironia: la totale semplicità costruttiva, utilizzando componenti elettronici di fascia consumer, di bassissimo costo e facilmente reperibili sul mercato in barba a qualsiasi tipo di sanzione, permette ai russi di costruirne un numero elevatissimo, operando in ridondanza, e rendendo quindi irrilevante (sia dal punto di vista ecoomico che militare) la perdita di un singolo drone.

Inoltre, l'Orlan-10s non è neanche semplicissimo da intercettare ed abbattere per la contraerea:  operando alla quota di 1000-1500 metri, è fuori alla portata di tutte le armi contraeree leggere: per abbatterlo sarebbe necessario un MANPAD (ma già il fatto che venga utilizzato un raro e costoso MANPAD per abbattere un drone che verrà immediatamente rimpiazzato da un altro costituisce già di per sà una vittoria per i russi...), oppure un mezzo semovente con mitragliere da 35-60 mm...
Insomma, sarebbe perfetto qualcosa tipo i Gepard tedeschi, recentemente forniti all'Ucraina... però ci sono alcuni problemi:
  • i Gepard disponibili sono pochissimi  (ne sono stati consegnati solo una quindicina), e le munizioni a disposizione sono pochissime (60.000 in tutto).

  • è del tutto ridicolo usare un Gepard (peso: 47 tonnellate, costo: circa 2 milioni di euro) per abbattere un drone di pochi kg e facilmente rimpiazzabile  

  • nel momento in cui un Gepard dovesse abbattere un Orlan, ciò lo porterà a farsi scoprire: quindi, entro i fatidici 45-60 secondi dovrà allontanarsi per evitare il fuoco di controbatteria


Conclusioni


C'è la necessità di un'arma anti-droni che 
  1. sia economica, 
  2. facilmente producibile in quantità ed in tempo brevi (ovvero, quando sia necessario, con una capacità produttiva dell'ordine di "migliaia di pezzi alla settimana"),
  3. facilmente spendibile sul campo (il che fa parzialmente il paio con l'"economica" del punto 1).
Qualcosa ad esempio tipo un drone kamikaze che, una volta agganciato un Orlan-10 tramite il suo segnale radio, lo segua fino a raggiungerlo ed impattare sull'elica (il danno che con maggior probabilità ne determinerebbe l'abbattimento).
Mettiamolo nel cassetto dei progetti da realizzare entro la prossima guerra, perchè certamente non sarà disponibile in tempo utile per il conflitto attualmente in corso in Ucraina.   


(Nota per i fanboy italiani filoucraini: un tanto, oltre che su canali filorussi, viene riportato anche da Tom Cooper... )


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